Donare per vedere un cantiere? Oggi si può!
Non stiamo parlando di un cantiere qualunque, ma di quello della Basilica di S. Petronio, uno dei simboli di Bologna e patrimonio artistico – culturale di enorme valore. L’esperienza alquanto “singolare” è garantita dall’Associazione Succede solo a Bologna, che si occupa di promuovere occasioni di incontro e organizzare attività d’intrattenimento sulla storia e sulle curiosità di Bologna, sia per i cittadini che per i turisti, sempre più numerosi in città.
Da metà del 2015 buona parte degli sforzi dell’Associazione sono concentrati sulla campagna di raccolta fondi #iosostengoSanPetronio, che ha lo scopo di trovare le risorse per concludere i lavori di restauro della Basilica e contribuire a farne conoscere segreti e tesori.
Fabio Mauri, Presidente di Succede solo a Bologna, ci racconta come sono arrivati fino a qui.
DA FACEBOOK ALLA BASILICA DI S.PETRONIO
Inizialmente siete nati come gruppo su Facebook con l’idea di costruire un sentimento di identità comune intorno alla città di Bologna, valorizzandone la storia, la cultura e le sue tradizioni. Nell’arco di pochi anni siete diventati un’associazione impegnata nel restauro di S. Petronio, uno dei maggiori simboli della città. Come vi spiegate questo successo?
L’inizio di Facebook è dovuto dal fatto che sei anni fa ho pensato di aprire un’associazione, prima di iniziare le pratiche burocratiche, ho cercato di capire se potesse avere un senso e, come tanti altri, l’ho testato sui Social. Da lì, una volta iniziata l’attività, ci siamo concentrati sugli obiettivi che via via ci siamo posti e lo siamo tutt’ora. Abbiamo sempre cercato di proporre attività innovative o comunque originali e sempre legate alla tradizione. Ora l’associazione conta uno staff di 21 persone, 23 volontari e 10/15 tirocinanti. Non ci siamo mai chiesti se abbiamo avuto successo o meno. Siamo molto concentrati sulle nostre attività. Di sicuro ci mettiamo l’anima in tutto ci che facciamo e siamo felici se una nostra iniziativa va a buon fine, come siamo felici che il nostro progetto sia piaciuto alla Fabbriceria di San Petronio e che ci abbiano autorizzato a farlo.
UN PROGETTO AMBIZIOSO MA CHIARO
Quali sono le strategie di fundraising che avete sviluppato nel corso del tempo per garantire la sostenibilità economica della vostra Associazione?
La nostra associazione non percepisce fondi pubblici perciò ci siamo rivolti ad aziende e privati lavorando molto con i benefit (gadget) verso i donatori. Il nostro filo conduttore è legato al cercare continuamente benefit unici e sempre nuovi. Cerchiamo di dare possibilità uniche a chi sostiene noi o il nostro progetto, in modo che si percepisca il valore di ciò che si riceve.
Come lavorate per costruire una “relazione duratura” con i partner e con le persone che vi sostengono?
Non abbiamo particolari strategie. Cerchiamo sempre di essere “sinceri” con le aziende sostenitrici: non promettiamo niente che non siamo certi di poter portare a fondo. Cerchiamo di costruirgli un’offerta su misura che possa soddisfare le esigenze dell’azienda in questione amplificandone e evidenziandone le qualità e caratteristiche.
200.000 euro da raccogliere in un anno con una campagna di crowdfunding, per finanziare il restauro della Basilica di S. Petronio. E’ una sfida ambiziosa. Diverse analisi di settore dimostrano che quando l’obiettivo è alto e il periodo di raccolta prolungato si rischia di raffreddare il coinvolgimento dei sostenitori, specie se la strategia non è stata adeguatamente pianificata, ed essere un vero flop.
Come pensate di lavorate per evitare gli errori che spesso si commettono con il crowdfunding?
Non sappiamo ancora se la nostra strategia di crowdfunding sarà vincente (lo sapremo alla fine :D) ma cercheremo di fare cose sempre nuove e sempre diverse nella speranza che vengano apprezzate.
Avete intenzione di coinvolgere anche altri mercati oltre ai singoli individui per finanziare il restauro?
Non ci poniamo particolari limiti. Cercheremo di adattarci a ciò che incontreremo lungo il percorso del progetto.
UN BENEFIT TUTTO BOLOGNESE: L’UMAREL CARD”
L’ “Umarèl card” ha fatto impazzire tantissimi bolognesi (me compresa!): può spiegare a chi non la conosce che cos’è e come funziona? Pensa possa diventare uno strumento da riutilizzare anche per altre iniziative o sarà limitato ai lavori di restauro della Basilica (e ai suoi cantieri?)
Quando abbiamo pensato ad uno strumento per rendere trasparente il crowdfunding coinvolgendo i donatori, visto che si trattava di cantieri, abbiamo subito pensato agli UMARÈL (parola dialettale bolognese che indica le persone di una certa età che si fermano a guardare i lavori in città). Abbiamo pensato di “rendere tutti degli UMARÈL”, indipendentemente dall’età, con una CARD che accomunasse tutti gli step di donazione e che permettesse al donatore di venire a vedere il cantiere in date prefissate.
In questo modo chi dona può vedere e capire dove sono finiti i suoi soldi. Inoltre, chi ha la CARD può venire a visitare il sottotetto della Basilica, rimasto chiuso per secoli.
A breve uscirà l’ARZDÅURA CARD 🙂