Si sa, la vita di ogni fundraiser è costellata di numerosi interrogativi, tra questi ce ne sono due che mi pongo ogni giorno: “Come faccio a mettere in contatto la mia ONP con il mondo profit?”, e “Come faccio ad avvicinare potenziali donatori senza risultare troppo pressante con le richieste?”.
Oggi vi racconto di una realtà “digital” che cerca di rispondere a queste e a molte altre domande, trasformando un gesto ormai comune come l’acquisto online in un’opportunità di dono. Helpfreely.org viene dalla Spagna, dove Stefano Piana, partner manager per l’Italia, ci spiega com’è nata l’idea di creare una piattaforma online che colleghi profit e non profit.
Una novità con tanto potenziale
Help Freely Foundation è una realtà che in Italia non è ancora molto conosciuta, non solo dalle persone comuni ma anche dai professionisti del fundraising (benchè, ad oggi, siano già 1.772 le organizzazioni registrate sulla piattaforma e 141 le italiane). Stefano, ci spieghi chi siete e come siete nati?
Con piacere: siamo un gruppo di giovani provenienti da tutta Europa, Messico e Stati Uniti. L’ideatore, Guillaume Renault, ha creato la fondazione nel 2015 qui in Spagna e ci ha riuniti per lanciare il primo progetto: Helpfreely.org. La piattaforma è online da settembre dell’anno scorso e abbiamo molta voglia di farci conoscere, dai professionisti del settore e non solo.
Qual è la vostra Mission come ente non profit?
Il nostro scopo è quello di aiutare gli enti senza fini di lucro per mezzo della tecnologia. Ad esempio creando alternative alla raccolta fondi tradizionale che sfruttino il mercato degli acquisti online. Le domande che ci siamo fatti sono queste:
- Come spingere le persone comuni a donare di più?
- Si può azzerare il costo di una donazione?
- Come integrare una donazione nella routine quotidiana?
Infine ci piacerebbe avvicinare le nuove generazioni alle organizzazioni non profit, creando strumenti attuali che possano fare da ponte tra questi due mondi spesso troppo distanti.
Da cliente a donatore
Vi riconoscete nell’accezione di “facilitatori del dono”?
È una definizione perfettamente calzante. Tutti i nostri sforzi sono concentrati nel rendere più semplice fare un gesto di altruismo. Da questo punto di vista la tecnologia e l’universo online giocheranno senza dubbio un ruolo importante negli anni a venire.
Qualcuno, navigando nel sito della Help Freely Foundation, potrebbe pensare siate semplicemente piattaforma. E’ così o c’è di più?
Al momento tutte le energie della fondazione sono assorbite dal progetto Helpfreely.org, ma abbiamo intenzione di funzionare da ripetitore per tutte le idee che collegano il mondo del non profit con quello della tecnologia.
Come funziona il meccanismo di Helpfreely.org?
Gli utenti iscritti a Helpfreely.org che comprano in uno dei negozi convenzionati generano automaticamente una donazione in favore della No Profit che hanno indicato. Tutto questo senza che il prezzo aumenti di un centesimo.
Tra i 400 negozi partner ci sono nomi conosciuti come Zalando, Zooplus, eBay, Booking.com e Groupon. A livello internazionale i negozi sono più di cinquemila.
Passione, attenzione e un unico obiettivo
I vostri interlocutori sono sia i potenziali donatori, che stanno navigando in rete con lo scopo di fare un acquisto online, sia le organizzazioni nonprofit, che possono candidarsi attraverso Helpfreely.org e avere l’opportunità di trovare nuovi donatori. Come vi rivolgete ad ognuno dei vostri interlocutori?
Ad entrambi cerchiamo di semplificare la vita. Ai potenziali donatori offriamo una semplice estensione per browser che funge da reminder (la Helpfreely App™). Per le No Profit abbiamo a disposizione strumenti di diffusione online e offline. Integriamo il tutto con un’attenzione personalizzata: seguiamo da vicino ogni No Profit che si iscrive e diamo assistenza diretta agli utenti che si trovano in difficoltà.
Avete lanciato oggi una campagna di crowdfunding su Indiegogo. Come utilizzerete i fondi raccolti?
Abbiamo lanciato quella che noi chiamiamo la “Free Fundraising Revolution”. Con i fondi raccolti potremo raggiungere un maggior numero di utenti, accogliere nuove No Profit e migliorare il servizio. Inoltre la campagna servirà da pretesto per farci conoscere in giro. Chi volesse saperne di più può cercarci su Indiegogo e contribuire alla causa 🙂
La vostra squadra è tutta composta da giovani e tu sei l’unico italiano. Vuoi dare un consiglio ai fundraiser di domani, partendo dalla tua esperienza?
Essere l’unico italiano in un ufficio internazionale presenta un problema: in pausa pranzo tutti vogliono mangiare dal tuo piatto. A parte gli scherzi: sono ai miei primi passi nel colorato mondo del fundraising, fatto di persone energiche e appassionate. L’unico consiglio che posso dare è quello di lavorare con umiltà e tenere sempre in mente l’obiettivo finale: il bene comune.