Facebook si apre al Personal Fundraising
La notizia è rimbalzata con velocità impressionante: alleluja, ora tutti ad aumentare la raccolta fondi del 200%! Adesso che Facebook permette alle ONP ( anche se non a tutte) di usare la sua piattaforma per raccogliere donazioni, chiunque potrà fare fundraising in un attimo! Sicuramente questa possibilità ha i suoi vantaggi, e con molta probabilità, dopo l’era del crowdfunding, si aprirà la stagione in cui i vari CdA chiederanno al malcapitato fundraiser di turno perché non ha ancora avviato una raccolta fondi su Facebook. Magari vi faranno vedere qualche pagina di quelle che hanno funzionato, tipo quella del mio amico Francesco Ambrogetti che – da bravo responsabile fundraising di Unicef Italia – ha subito voluto testare la piattaforma, raccogliendo in pochi giorni più di 1500 dollari (trovate qui la sua campagna).
Ancora una volta, però, il rischio di confondere uno strumento con un metodo è dietro l’angolo. Ecco perchè abbiamo voluto intervistare uno che ha capito davvero come si usa Facebook per fare raccolta fondi – anche se a sua insaputa! Magari grazie alle sue parole riusciremo a far passare il concetto che “rete” funziona solo se è “rete di relazione”, e “social” ha un valore solo quando è “sociale” e non solo “digitale”.
Piero Angela, noi ti obbediamo
Questo è il nome del gruppo Facebook che conta ormai più di 175.000 fan. Un numero non da poco, che Michele gestisce con ironia e attenzione, al motto di “Io Divulgo Forte”. “La pagina è nata nell’agosto 2015” – ci racconta Michele – “un po’ per noia, un po’ perché mi sembrava divertente tratteggiare la caricatura di un uomo così serio e composto: ne è venuto fuori un supereroe che prende a ceffoni i cialtroni spacciatori di falsità scientifiche. Questa immagine ha avuto, a quanto pare, un grande successo. Non potrei esserne più orgoglioso dato che stiamo parlando del mio mito personale: avvicinare la sua immensa figura ad un pubblico così giovane è per me è un onore prima che un piacere.”
Complice il compleanno del Sommo, però, la pagina si è trasformata in un canale di raccolta fondi, avviando una campagna di crwodfunding che comprende anche il sostegno alla ricerca scientifica.
Come è nata l’idea di fare questa raccolta fondi?
In realtà questa è un’idea di Giulia Buselli di Eppela, mi cercò quest’estate per propormi di organizzare la festa di compleanno per Piero con la fanbase della pagina; era un’idea carina, ma io l’ho riarrangiata nella maniera che ho ritenuto più consona ad un uomo di tale levatura culturale. Piero ha avuto tutto dalla vita, non ha bisogno di feste per sapere di essere amato da tutti; quello di cui forse ha bisogno è toccare con mano quanto i suoi insegnamenti siano sentiti fra i ragazzi. Questo è il nostro regalo, unire l’utile al goliardico, che è fondamentalmente il mio modo di concepire la vita.
Come ti è venuto in mente di coinvolgere altre pagine famosissime, come Feudalesimo e Libertà o Il Signor Distruggere, che magari non hanno un interesse condiviso per il tema della ricerca ma come te hanno in comune una comunità di followers molto consistente? Qual è stata la loro risposta e coinvolgimento?
Ho ritenuto opportuno unire tutte queste community in un grande progetto in quanto la finalità dell’iniziativa è sostanzialmente benefica e riguarda tutti; per citare Don Alemanno, bellissima persona che mi citò a sua volta lo zio Ben di Spiderman, “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”: e ha ragione, è proprio così. Abbiamo un seguito importante grazie ai nostri contenuti ironici ed è doveroso dare il buon esempio a tutti, tra una risata e l’altra: possiamo e, secondo me, dobbiamo farlo.
La risposta dei ragazzi credo sia evidente: hanno partecipato proprio tutti, ogni singola pagina da me contattata. Ne approfitto infatti per ringraziare Michele Rech (Zerocalcare), il Don (Jenus), Alessandro (Feudalesimo e Libertà), Vincenzo Maisto (Il Signor DIstruggere), Emanuele (Dinosauri Onesti), Stefania e Alessandra (per le Angelers) e Ale (Rimanere a casa il sabato sera per guardare Ulisse)
Pensi che il motivo della loro adesione sia stata la buona causa legata alla donazione che vorresti fare con parte del raccolto o ti hanno confessato di essere grandi fan della tua pagina, e di conseguenza del Sommo Piero?
Sono stati coinvolti tutti grazie alle finalità dell’iniziativa, che al netto della festa sono sicuramente lodevoli. Merita una breve storiella il coinvolgimento di Michele/ZeroCalcare: lo conobbi un anno e mezzo fa alla presentazione di Kobane Calling qui a Bologna. Gli chiesi, scherzosamente, se mi potesse fare una dedica sul mio libro attinente alla pagina.
Quando il progetto del crowdfunding cominciò, mi venne l’idea all’improvviso: “Ehi Zero, mi concederesti di usare il tuo schizzo come design delle nostre t-shirt per la ricerca?”
La sua risposta la sapete: la sua maglietta è la nostra reward più richiesta. A volte va così, basta davvero poco!
Sapevi già qualcosa di crowdfunding prima di lanciare questa campagna? Avevi pianificato qualcosa prima di iniziare, o quali sono state le tue mosse in questo senso?
Non sapevo un accidente di niente. Giulia di Eppela mi ha spiegato cosa dovessi fare, ma i protocolli mi stanno stretti da sempre ed è andata a finire, as usual, che ho fatto di testa mia. Non ho pianificato molto, l’unica cosa di cui ero certo è che non potevo farcela da solo. Ho coinvolto tante persone per mio piacere, ma anche e soprattutto per necessità.
Sappiamo che hai avuto qualche problema con la piattaforma, ci puoi spiegare meglio? Pensi che questo ostacolo abbia inficiato o influito sulla risposta delle persone e delle donazioni?
Quando ho saputo che il pagamento con paypal non era associabile alla piattaforma ho capito subito che avremmo tagliato fuori tante persone, soprattutto i più giovani; ho insistito molto affinché fosse inserito -finanche a mio discapito, dato che gli eventuali rimborsi saranno un mio onere – ma una volta “risolto il problema” ho appreso che una donazione inferiore a 5 euro non sarebbe stata economicamente sostenibile. Non ho indagato sul perché, ma ho sinceramente temuto che il progetto sarebbe naufragato a causa di questo intoppo; l’idea era far contribuire tutti, “un caffè per la ricerca”, un piccolo gesto per un grande messaggio. Per fortuna i fatti parlano di un risultato molto positivo, ma in tutta onestà – nella mia ignoranza sui sistemi di gestione delle donazioni – avevo in mente un disegno molto diverso.
Mancano pochi giorni alla fine della campagna. Vuoi lanciare un appello accorato o un particolare augurio al Sommo? Ti lasciamo volentieri questo spazio!
Grazie!
Vorrei che ci fosse la maggior condivisione possibile dell’evento: prima delle donazioni, prima della festa, la cosa realmente importante è la diffusione. Questo progetto, come ogni cosa che concerne la mia vita, è un nobile intento travestito da goliardata: dobbiamo dare visibilità alla ricerca senza fine di lucro, è importante e riguarda tutti. Non si debella il cancro con 5mila euro, nemmeno con 10, o 20: si può debellare lavorando tutti assieme, creando una mentalità diffusa di condivisione e partecipazione.
C’è ancora tempo per donare!! Tutti su Eppela a divulgare forte, dai!