L’anno solare è ormai ampiamente avviato e siamo già tutti chini sulle nostre scrivanie a scrivere, telefonare, progettare, pensare a nuovi modi per costruire relazioni e ovviamente raccogliere donazioni. Ma in questo articolo parliamo di una bell’idea legata alla Campagna di Natale 2015 , raccontata da Valentina Trigoli, fundraiser presso la Caritas di Biella.
LA SMARTBOX DELLA SOLIDARIETA’
Ciao Valentina! Qualche mese fa sul gruppo Facebook “Fundraising non importa come lo dici, ma come lo fai” hai sottoposto al giudizio di fundraiser professionisti e semplici appassionati (ben 1822 mentre scrivo!) la Smartbox della solidarietà. Vuoi raccontare a chi si è perso il tuo post di cosa si tratta? Come è nata l’idea?
La smartbox della solidarietà è nata nell’ambito del gruppo di lavoro della Caritas cittadina, che comprende i rappresentanti dei vari gruppi caritativi delle parrocchie della zona città. Durante gli incontri si è condiviso il desiderio di permettere a più persone di avvicinarsi al mondo del volontariato. Abbiamo pensato a qualcosa che parlasse un linguaggio comprensibile da tutti, in particolare dalle persone lontane dal mondo cattolico ma spesso molto sensibili nel campo della solidarietà.
Da questa premessa è nata l’idea della smartbox della solidarietà, che funziona esattamente come gli altri tipi di smartbox cui siamo abituati: si tratta di un libretto che raccoglie le informazioni di alcune associazioni del territorio che lavorano con le persone ai margini della società e che offrono la possibilità di vivere una breve esperienza con loro (un pomeriggio o due al massimo, poi, se scatta la scintilla, ci sarà la possibilità di diventare volontario a tutti gli effetti). La persona che riceve la smartbox in regalo sceglie tra la varie proposte quella che trova maggiormente vicina alla propria sensibilità, telefona e prenota il giorno del servizio.
Le smartbox della solidarietà sono state vendute con un’offerta minima davanti alle parrocchie durante il periodo di Avvento, perchè diventassero un regalo alternativo da fare a Natale ai propri amici e parenti. Il ricavato delle offerte sarà equamente suddiviso tra le associazioni che hanno aderito.
Un’idea di successo che arriva direttamente da mondo Profit e che potrebbe diventare uno strumento personalizzabile e declinabile in diverse forme. Qual è l’obiettivo che vi siete dati in fase di pianificazione di questo strumento?
Pensando a questa iniziativa, avevamo l’intento di raggiungere due obiettivi: permettere a più persone di arricchirsi tramite il dono del proprio tempo e delle proprie capacità e rispondere alle richieste delle associazioni locali che sono sempre in ricerca di nuovi volontari.
Non ci siamo dati indicatori da raggiungere proprio perchè si è trattato di un’iniziativa nuova e non avevamo alcuna idea della risposta che avremmo ottenuto. Abbiamo però deciso di limitarci a una sola zona (la città) in via sperimentale e, nel caso di successo, di aspettare il prossimo anno per estendere l’iniziativa all’intera Diocesi.
FUNDRAISING SI, MA NON DIMENTICHIAMO IL PEOPLE RAISING!
Ad un occhio profano si potrebbe avere l’impressione che mettere più onp insieme faccia “perdere” donazioni rispetto che a fare un progetto singolo. La vostra è quindi una scommessa in termini di condivisione tra diverse realtà del territorio …
Esatto. Diciamo però che la raccolta fondi in questo caso è secondaria, si tratta piuttosto di una “raccolta volontari”, le associazioni hanno aderito soprattutto per questo motivo.
Quali sono gli obiettivi che vi eravate dati in termini di people raising?
La premessa essenziale è che nessuno di noi è un esperto di fundraising e che si è trattata di un’idea che ci ha entusiasmati ma che non era inserita in una strategia definita. Ci siamo detti “l’idea ci sembra buona, proviamo e vediamo come va”… insomma, tutto il contrario di come si dovrebbe lavorare! Ma non volevamo farci scappare il tempo di Avvento che per le parrocchie è un periodo di forte partecipazione e di presenza di persone nuove rispetto al resto dell’anno e perciò abbiamo deciso di lanciarci un po’ allo sbaraglio.
Ovviamente per il prossimo anno dovremo studiare una strategia minima, anche sulla base dei risultati di quest’anno.Uno degli obiettivi del prossimo anno sarà quello di coinvolgere un numero maggiore di associazioni, perchè abbiamo riscontrato un po’ di timore da parte di alcune a mettersi in gioco con questo esperimento; ci auguriamo che il buon esito di quest’anno possa incentivarle ad aderire all’iniziativa nel 2016. .
Cosa chiederete ai volontari che hanno aderito alla smartbox della solidarietà, come li fidelizzerete?
Viene lasciata alla libera intraprendenza delle associazioni coinvolte. Tutte le associazioni sono consapevoli che si tratta di una bella occasione per intercettare persone che finora sono state lontane dal mondo del volontariato e che però, se hanno deciso di “ricevere il loro regalo”, evidentemente sentono il desiderio di fare qualcosa per gli altri.
TIRIAMO LE PRIME SOMME
E’ tempo di primi bilanci…siete già in grado di dirci com’è andata l’iniziativa e come è stata accolta dalla comunità di donatori o donatori potenziali alla quale l’avete proposta?
Di sicuro se ne è parlato molto e molte sono le smartbox che sono state regalate; non sappiamo ancora quanti siano effettivamente coloro che hanno “riscosso” il loro regalo. A febbraio ci riuniremo e faremo un bilancio dell’iniziativa.
Vi eravate dati un obiettivo minimo di raccolta? Il costo iniziale di realizzazione è sostenibile e realizzabile a tuo avviso “in house?”
Per la raccolta fondi vale lo stesso discorso dei nuovi volontari: nessun obiettivo minimo. Questa linea credo che sarà mantenuta anche il prossimo anno proprio perchè il fundraising in questo caso passa in secondo piano rispetto al people raising.
Il costo iniziale per noi è stato sostenibile poichè sono state coinvolte varie parrocchie, che si sono suddivise le spese di stampa; anche nel caso fosse stato a carico delle associazioni l’importo sarebbe stato basso e sostenibile da parte di tutte. La grafica invece è stata realizzata gratuitamente da un volontario e questo ha abbassato notevolmente i costi.